La scelta di andarsene arrivò negli anni Sessanta. "Collaborai con la Cia per tre anni, aiutavo i dissidenti a fuggire, ma poi dovetti scappare anche io", ricorda la sorella di Castro, secondo cui per il futuro di Cuba ora serve "un governo che indichi un cammino comune, senza più odio, persecuzioni, tragedie, esodi. Tutto si può fare, dopo l'apertura compiuta dal presidente Obama". "Il ristabilimento delle relazioni - conclude - indebolisce il regime, non lo rafforza, e apre una prospettiva di pace e democrazia. Spero solo che Trump lo capisca e non faccia il pazzo".
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